Sono un gatto scendiletto, miagolo poco e canto in falsetto. Quand’ero infante col coppolone a mo’ di berretto Caddi dal letto mentre in amaca sopra il muretto Andavo su e giù con grande diletto. Quel ruzzolone sortì un certo effetto Tant’è che mamma, commossa d’affetto Mi disse: “Figliolo ma… sei perfetto! Da grande farai lo scendiletto!!” Per questo d’allora per fare un fioretto Fo penitenza sdraiato sul letto E tiro due fili dal copriletto specie se fatto all’uncinetto…. In tutti i casi con fare provetto, moderni, antichi Di filet anche se un poco demodè. Adoro i corredi di macramé. ………….. Profumo di tonno e di pane e formaggio Beato di ozio non vado mai in viaggio. Visto così spaparanzato ai piedi del letto un po’ stralunato Nessuno comprende quanto il lavoro mio sia ingrato E qualche randagio curioso e fetente dalla finestra mi vilipende. Invece leggo tanto specie di cucina… di seppie e calamari Impanati nella farina… Mi poggiano i piedi, mi pestan la coda A volte nel sonno anche qualche pedata Alla quale rispondo con docile unghiata. E’ un duro mestiere ambizioso e rischioso Perché se di notte mi prude un po’ il naso Mi sto a controllare perché la padrona Non s’abbia a svegliare………. Mi son fatto fare un’assicurazione Se in pieno ronfare m’arriva un ceffone. Mai una vacanza, mai un viaggetto Dal letto in cucina e da quì al salotto… Oh amaro mestiere russare al coperto! Nessuno capisce mi sento negletto Così attorcigliato dentro un merletto Il volgo bisbiglia che sono un pigrone Se mi trovo un piede sopra il groppone E nel sonno mordicchio in silenzio un tallone Così…… stringo i denti con fare coglione Per non dichiarare la mia opinione. Ho anche provato a cambiare mestiere Annusar l’erba gatta del giardiniere Ma venni cacciato in pessimo modo: “Va via imbranato!” così………… sopra il letto me ne sono tornato. Ho persino provato a far lo stufato Ma due calci in coda mi sono beccato Non sono bravo a cucinare Mi gusta di più assaggiare e ronfare. A volte rifletto… avrò la pensione? Quando da vecchio lagnoso e cialtrone Non sarò più buono a grattare i piedi Per questo mi pago i contributi E bazzico pure fra i sindacati. Il baffo mio giammai si scompiglia se mi trafugo al volo una triglia Ma se la nascondo sotto un centrino mi posso beccare in testa un cuscino. D’inverno il mestiere diventa più lieve Quando la notte s’imbianca di neve Come un piumino di soffice lana m’avvolgono tutto in una sottana A mò di fusante e giuliva befana. Se non fosse per le orecchie e la coda col belletto Cogitando un po’ interdetto qualcun si chiederebbe Ma con sommo rispetto: “Questo è gatto o scendiletto?”
Postfazione Ordinanza Ministeriale del 25 Ottobre Anno Domini 2005 Con decorrenza immediata: “Ascoltati testimoni e alcuni ratti visti e accertati i fatti e dichiarati questi di somma utilità per il benessere e la salute pubblica dei possessori di felini in fede, si dichiara quanto segue: il perfetto scendiletto si stiracchia con diletto sul divano o sopra il letto intonando anche un sonetto. Per cui non fatevi meraviglia se nel contempo sparisce una triglia Anche se il micio per finta sbadiglia. Se lo scendiletto è un sonnambulo gatto Non è esso reo di niuno misfatto…………”
Proverbio Gatto pigro e un po’ coglione Rende lieto ogni padrone.
M.J M. ottobre 2005 |