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Prologo
Alto Medioevo.
Questa è una storia di code e di vincastri
Di incantamenti e di furti
Di anatemi e di pernacchie.
E che la memoria mi assista nell'arduo compito di narrare questi
eventi
Senza togliere lustro e onore agli eroi che compirono i prodigi.
Questa è una storia di quando i gatti erano veri gatti
Gli opossum veri opossum
Le pernacchie vere pernacchie
e i vincastri facevano il loro dovere
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C'era una volta Mastro Anselmerlinus, alchimista, saggio, eremita
e grande esperto di arte culinaria.Viveva il pio in una stamberga
in mezzo ai boschi e da tutti i gatti del paese era considerato
una sorta di mago perché qualunque cosa sfiorasse con la
zampa, questa si trasformava in cibo (oggi si direbbe in ...croccantini).
Aveva ereditato questo carisma, assieme a quello di lanciare anatemi
e di trasformarsi prodigiosamente con tre semplici colpi di vincastro
sul groppone da due suoi illustri avi, un tale Taliesinpatris e
un tale Taliesinfiglius, due grossi gatti neri litigiosi imparentati
fra loro, di cui non si conosceva esattamente chi era il padre e
chi il figlio perché erano praticamente identici.
Si narra che l'albero genealogico dei due, molto contrariato, si
seccò terribilmente per questa confusione.
Comunque…
dopo diverse generazioni nacque il nostro Anselmerlinus.
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Aveva i suoi alloggi in una vecchia bicocca sulla riva del fiume
Tisciacquo , lungo i pendii del Vulcano Tisbuffo dai cui boschetti
si procurava la legna per i suoi vincastri magici.
Cucinava tutto il giorno, nella più totale tranquillità
e racchiudeva le sue ricette nel famoso Almanacco del giorno prima
del giorno dopo e di ieri l'altro.
Mastro Anselmerlinus, mago tremendo, saggio e severo aveva insomma...
le zampe d'oro.
Metteva a raffreddare i suoi stufati sul davanzale fra gli alambicchi
pieni di zibibbo, gli elettuari, il sidro e le marmellate di agrumi.
La sera, dopo cena, studiava nella topaia attigua e a volte componeva
pure musica. Quando era stanco si rilassava suonando l'arpa coi
topi.
I topi erano lieti di fungere da corde e le melodie che ne venivano
fuori erano sublimi e commoventi.
Ma un brutto giorno lo sformato di piselli e radicchio condito con
erba cipollina sparì dal davanzale.
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Mentre si raffreddava.
Mastro Anselmerlinus inorridì.
Imprecò, picchiò i pugni sull'arpa e decise di scoprire
chi era il malnato che aveva osato tanto.
Si percosse tre volte il nero groppone col magico vincastro e si
trasformò in opossum del New England con la coda spennata…
per non farsi riconoscere.
Con un balzo saltò sull'ibiscus e si appollaiò a testa
in giù.
Aspettò, aspettò, aspettò…
Quando… piano, piano sentì un trapestio che si avvicinava…
PTCHHOCC PTCHHHACCC…
Chiuse un occhio, come fanno i veri opossum e aprì l'altro,
come fanno i veri gatti e…….…lo vide!!!!!
L'abominevole, il mostruoso, l'orribile, secco come un ramo secco,
nero come il nero di seppia di Messina e con la coda lunga ma così
lunga che cominciava a ponente e finiva a levante.
Il mago era senza parole.
"Diamine" pensò "Questa storia si fa lunga!"
Era un tale Long Black Tail gattaccio briccone di professione e
ladro per elezione dalla coda sproporzionatamente agile e serpentina.
Si dice che a volte la usasse perfino come "lazo" per
carpire al volo i merluzzi messi ad essiccare davanti alle case.
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Era famoso in tutta
la contea e le gatte del paese lo adoravano, anche quelle più
pie, chiamandolo appunto per queste suoi doti naturali Long
Black Tail.
A Mastro opossum Anselmerlinus venne in mente, allora un vecchio,
prodigioso anatema che Taliesinpatris lanciava spesso a Taliesifiglius
(senza molto successo in verità) quando questi gli addentava
la trotina affumicata dal piatto, mentre il vecchio saggio si
lisciava le pulci ad occhi chiusi.
L'anatema, tremendo e temuto da ogni gatto degno di questo nome
era così formulato:
"Che la tua coda possa avvizzire e diventar spennata, simile
a coda d'opossum spelacchiata"
Anselmerlinus farfugliò fremente d'ira il sortilegio
verso Black Long Tail che mangiucchiava lesto.
Ma non successe niente.
Il mago ripetè l'incantesimo con più enfasi…
ancora niente.
Quando lo smilzo finì di desinare si asciugò i
baffi con un fazzolettino di pizzo donatogli da una gatta castellana
e voltatosi verso Mastro opossum Anselmerlinus, si mise la lingua
fra i denti e…
PPPPRRRRRRRRRRHH ! ! ! ! !
gli rivolse contro una grandissima pernacchia, seguita da altri
versacci e parolacce varie via, via sempre meno sonori man mano
che si allontanava. |
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Intanto sull'albero il finto opossum non credeva ai suoi
occhi.
Scese lento lento dai rami ancora sotto le sembianze del marsupiale
(l'incantesimo anche se non funzionava durava alcune ore)
e si schiaffeggiò ripetutamente davanti a uno specchio
d'acqua chiara, per l'affronto subito.
Per fortuna le fedeli pulci non si accorsero dell'ingiuria
subita dal loro padrone (o forse fecero finta di niente…
per delicatezza) e continuarono a dormire placidamente.
Il magico vincastro fu gettato nel vicino fiume perché
considerato assolutamente inefficace e da allora giace ancora
lì in attesa che qualche cuore particolarmente nobile
lo tiri fuori.
Da allora quando un gatto nero grosso incontra un gatto nero
secco e con la coda lunga………
Sono guai!
E così sarà per sempre perché
non si è ancora trovato un antidoto efficace contro
il potente anatema.
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Epilogo
Ma si narra che ogni tanto, a sorpresa, dove meno te lo aspetti,
nasce un gattino nero, nero nero con la coda lunga,lunga lunga e
spelacchiata come quella di un opossum, che da levante arriva a
ponente e…...
a volte fa pure il giro del mondo………
M.J.M
Settembre 2002
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