Bofonchiava nel sonno il mite Anselmo
Sognando il malgoverno e il carovita
Che aveva rincarato dei pesci la grigliata.
Turbato e sconfortato nel dormiveglia imprecava
Ma immantinente dopo si autoconfessava.
Se n’era fatta il pio una questione morale
E intanto vagheggiava due triglie col caviale…
Avvolte ad una ad una in carta di giornale
Con grana e parmigiano, si deve pur nutrire
Un saggio gatto anziano.
Forse perché turbato, forse un po’ sconfortato
Presto s’avvide l’umile dello strano silenzio
Giù nel seminterrato.
Avea per parenti dieci gatti fetenti
(Joao il brasiliano da una nuvoletta sorrideva sereno)
che alle sei di mattina amavan sghignazzare
senza nulla da fare, guardando trepidanti roseo il sol levare.
Non stavano a pregare quegli inetti
Ne delle laudi erano degli esperti
Ma sentendo nella pancia un languorino
Miravano agli uccelli del mattino.
Eppur quel dì c’era silenzio…
Con indosso ancor la papalina,
la vecchia palandrana
e la marsina
Le mutande di lana sopra il pelo e di cotone fuori color cielo
Con ricami di uccelli, pesci e fiori
S’aggiusta, il nostro la gorgiera intonando contrito una preghiera.
Giunto in cucina e ancor d’incenso impregnato
S’avvide il saggio d’un flagrante reato.

Ahimè che vede...? L’ombra d’un vecchio ratto corrotto e senza fede.
Era un sorcione del vicinato, un certo Tarcisio topastro malnato.
Noto per ogni sorta di reati pare avessi appoggi perfino fra i dannati.
Avea quel tipo la coda spennata, come conviene ad anima perduta
Ed era famoso fetente fra i fetenti perché con uno stuzzichino
Si massaggiava i denti.
Esperto in ogni sorta d’espedienti trafugava di tutto
Persino immaginette dai conventi.
Avendo rosicchiato persino un quadro sacro
Era ricercato nell’intero stato.
Potete immaginare a quella vista il santo!
Del cui coraggio ancor mi fregio e faccio vanto.
Possum e i suoi fratelli lo ascoltano incantati
Offrono a lui dei dolci, dei salmoni pepati.



Quel topaccio corruttore di micetti li sta ipnotizzando
Saltando sopra i letti….danzando e canticchiando
Perfino miagolando…!!
E addormentati i poveri gattini comincia a trafugare sogliole e croccantini.
Dapprima pensò Anselmo di darsela e pure a zampe
Poi si ricordò ch’era ancora in mutande
E pure un po’ strappate e un tantino antiquate
E anche rattoppate sul sedere che si vedeva pure un belvedere.
Ma in meno di un minuto prese la decisione
Quel topo fraudolento e anche un po’ cialtrone
Andava convertito con garbo e precisione.
E come uno scozzese col sedere di fuori
Si lancia lesto il Mite fra schiamazzi e furori.
Getta un urlo quel pio e pure un anatema
Svegliando anche Mommy, la perpetua più anziana
Che salta giù dal letto con la figlia
Bimba la gatta nera con lo sguardo da triglia…
Che pesta all’eroe la coda creando un parapiglia.
Il diabolico sorcio intanto con la lingua di fuori
Fa due mosse volgari ai distinti signori
Che lo inseguono tutti con le sottane alzate
Mentre nel vicinato le porte vengon sprangate.
Guadagna intanto il davanzale il roditor dannato
E non s’avvede di Willa che bacia il fidanzato.



Sorpresi e pudibondi i due fidanzatini
Fuggono vergognosi via lungo i giardini.
Intanto dal torpore si sono risvegliati
Tutti quanti i micetti piuttosto rintronati
E giù tutti a inseguire il grigio ratto sornione
L’un dietro l’altro in fila che pare un torpedone.
Rosetta la pupetta, di zampa la più lesta
Raggiunge il miscredente lasciandoci due unghie
Proprio sopra la testa.
Sopraggiunge il mite che calmo e senza fretta
Sul groppone del reo sparge acqua benedetta.
Il sorcio esorcizzato si blocca e prende fiato…..
E un prodigio immantinente accade,il topo si converte
Come un segno del Fato.
Promette pentimento e benevolenza
Se può attingere ogni tanto al frigo e alla credenza.
E su due piedi istituito un nuovo concistoro
E radunati tutti come in un vecchio foro
Anselmo guarda l’un l’altro i suoi protetti
Che annuiscono come si conviene a gatti inetti
E concede al pentito due biscotti.
Fatta la pace, firmato l’armistizio
Si son fatte le otto e oggi c’è un novizio:
Willa la tremebonda, la gatta pudibonda
E di poco giudizio conclamato
Ha invitato quest’oggi il fidanzato
Affinché al priore venga presentato.
Il mite osserva il rosso gatto spelacchiato
E con la coda approva purchè rispetti un patto:
che gli tenga lontano dai c….oni
specialmente nell’ora dei sermoni
quel subdolo topastro sgallettato
e di Willa la zam
pa si sarà meritato.
L’armonia tornò nella cucina
Si stappò spumante, si aprì qualche lattina.
Quell’infernale topo s’era alfin dileguato

A lungo si parlò di lui nel vicinato.
E frate Anselmo esultante, che nel frattempo
S’era fatto una doccia e cambiato le mutande
Fu accolto da una turba pelosa ed acclamante…

Morale
Anche il gatto più santo e di specchiata coscienza
Davanti a un vecchio sorcio depravato che fruga nella credenza
Si strappa le mutande e perde la pazienza.

Conclusione
Del prodigio di frate Anselmo e dell’acqua benedetta
A lungo si parlò perfin sulla Gazzetta
Lasciando i miscredenti… tutti a bocca aperta……


Maria J. Marano
1 Marzo 2004