L’ora di religione

ovverosia

come Anselmo convertì un giovine cane profumato, sacrificando il sonno e la pace interiore

Cardinale
Giammai soffria d'insonnia, Anselmo il pio gatto
mentre si sventolava con la coda di un ratto
Sonnecchiava quel mistico, da dietro le fioriere
e intanto con un occhio spiava il giardiniere
Un po' per la calura o forse per l'altura
il nostro meditava all'ombra delle rose
e intanto rifletteva sul senso delle cose
Fra un boccale di birra ed una pennichella
il "nume della casa" russava della bella
Sonnecchiava e russava quella perla di gatto
che d'ogni vecchio cane conoscea il misfatto
Severo cogitava, l'anziano educatore
sull'arte di spulciarsi per ore, ore ed ore
Viveva li vicino nell'avita magione
la nipote di Fiocco, l'austero generale da tempo ormai in pensione
Fiocchetta la pupetta, barbona smorfiosetta tale e quale il parente
ridacchiava e mordeva anche solo per niente
Dello zio avea il muso, il color della panza
e un'oltraggioso senso di cagnesca baldanza
Da un college rinomato provenia la peste
appena diplomata di gatti guastafeste
Danzava, l'indolente di sera e di mattina
e ai gatti di passaggio mordea la sottanina…
un po' per farsi i denti, per farli più contenti
per renderli mementi di chi è che comandava
guaiva ai quattro venti, sbavava e smozzicava
E mentre il Vespro già rintoccava, Anselmo destato da una zanzara
fra rose e mimose si stiracchiava
Da quando il vecchio Fiocco, andato era in pensione
s'annoiava quel mite, grattandosi il groppone
Non poteva sapere, il pio micio peloso
della cagnetta bianca sopra il sentiero erboso
Ma i casi della vita, è vero! sono tanti…
e quante tentazioni coinvolgono i santi!!!!!
Sotto la pensilina dell'autobus 33,
Fiocchetta la pupetta stava bevendo un thè
con la fida padrona, di bestie gran santona
e protettrice di cani non tanto puritani
Per fare qualche nome: la vecchia Biancanera, raccattata in balera
Zoppone, il grande empio che non da certo l'esempio
Natale con la moglie sotto un muro di foglie
e alfin Fiore di Campo, cagnaccio nato stanco, danzatore di tango
Ma mentre le signore ciarlavano da ore,
sparlando dei micetti che vivono sui tetti
da dietro la brughiera, proprio dietro il sentiero,
vedono un gatto nero che le osserva severo
Un barbone rasato?!? Ahimè, questo mondo così depravato!…
E sopraffatto dall'emozione, decide l'austero
di dare alle due una santa lezione
Una "lectio divina" con qualche morsetto in fondo alla schiena
e come antica regola monastica
"Acchiappa, prima mordi e dopo mastica"
E prese di mira, il cane e la sua ancella, Anselmo loro piazza
due graffi sopra il naso e sul muso una sberla
La Fiocchetta, smarrita tutta la sua baldanza
invoca la padrona, mostrandole la panza
La panza ed il groppone dove l'austero santo
avea lasciato il segno e qualche mozzicone
Ormai sciogliea le ore, placido il pomeriggio
per nulla consapevole del bizzarro litigio
e il vendicatore, ormai soddisfatto
in preda a sopore tornava a dormire
Con la coda commossa e il pelo trepidante
si cambia di vestito mettendosi in mutande
compiaciuto e beato del grande risultato
Non è cosa da poco, di un can l'educazione
a lor si deve dare un po' di religione!
Non si può andare in giro col guinzaglio dorato
e il pelo tutto in aria, soffice e profumato!
La giovane Fiocchetta, intanto in tutta fretta
s'accinge a rincasare ma adesso con i cani
ha imparato "il da fare"… pensando in un impeto filiale
"Che gatto grande e colto, che statura morale!!!!"
E… metterà in pratica i santi insegnamenti
al prossimo incontro, con la bava fra i denti…
Di Anselmo l'obiettivo fu così raggiunto
e il cane, ormai credente nel gattesco potere
non si farà vedere, almeno… fino a giugno……

Questo racconto fa parte dell'Opera Omnia agiografica
"I Fioretti di Anselmo" di prossima pubblicazione

Personaggi ed interpreti

Anselmo: pedagogista, mistico, filosofo esistenzialista insignito dell’Ordine della
Lettiera, esperto di fitness e rilassamento, nonchè educatore di
giovani cani, che egli cura con caritatevole spirito felino.

Fiocchetta: detta la pupetta, barboncina bianca, unica erede del generale Fiocco. Segni particolari… Canis Ridens

L’ancella: dama di carità dell’alta aristocrazia siciliana, protettrice di cani. E’ sua la celebre frase

Se non son rogne non le vogliamo

Insignita dell’Ordine della museruola. I cani la adorano… i gatti no.

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